Il fenomeno Dimissioni Volontarie "Great Resignation": tra miti e verità

Da poco in Italia stiamo affrontando un Trend conosciuto come “Great Resignation”. Questo fenomeno ha una portata estremamente minore soprattutto se comparato a paesi come gli Stati Uniti, dove la mobilità di carriera ha radici storicamente diverse.  Le "dimissioni di massa" sembrano emergere come reazione alla pandemia e possono rappresentare uno stimolante punto di partenza per riflettere sull'attuale mondo del lavoro. In questo articolo sottolineiamo quelli che sono, a nostro modo di vedere gli elementi salienti per Aziende e Lavoratori. 

Cosa sta succedendo nel mondo del Lavoro?

Come dare le dimissioni

Questa mappa temporale è frutto di una rielaborazione del modello "Employee Lifecycle Value" e vuole sottolineare il carattere temorale/decisionale connesso alla scelta di cambiare lavoro. 

Ambizioni frustrate, stress lavorativo costante e contesti aziendali poco inclini a fornire input sani di crescita professionale, sembrano essere gli ingredienti predominanti in grado di portano sempre più lavoratori dinnanzi ad un bivio tra:

"la sicurezza di un impiego poco gratificante e il desiderio di spingersi oltre per acquisire progressivamente competenze Hard/Soft ad alto valore (Employability) e rimanere competitivi nel mercato del lavoro". 

Il grafico ci aiuta inoltre a comprendere meglio con che velocità il "malcontento lavorativo", si può tradurre in comportamenti ben organizzati: dalla volontà di esplorare al meglio la sfera legata alla propria spendibilità professionale in vista di un nuovo lavoro, sino al repentino abbandono. Pertanto, scopriamo che non è più così infrequente:

Voler cambiare lavoro dopo molto poco, anche già dopo solo 1 mese dal proprio inserimento.

 

Voler cambiare bruscamente settore anche dopo molti anni di esperienza in un determinato ambito.

 

Ricercare un Work-Life migliore, privilegiando ambienti lavorativi che offrano più flessibilità (Smart Working o turni lavorativi migliori).

 

Inquadriamo meglio il fenomeno: Pro e Contro di questa situazione

Aziende e Professionisti: Pro

  • Aziende: le organizzazioni più attente, anche a fronte di questo macro Trend, implementeranno strategie utili a valorizzare e attrarre i propri talenti, per rimanere competitive e limitare i costi (tangibili ed intangibili) legati al Turnover del Personale e alla dispersione del proprio capitale umano in termini di conoscenze e competenze chiave. In ambito HR queste aziende si mostreranno molto reattive, per esempio diminuendo i tempi di risposta tra l'invito ad un colloquio e la formulazione di un'offerta di assunzione.
  • Candidati e Professionisti: la spinta a valutare posizioni che permettano di capitalizzare al meglio le proprie competenze aiuta a rompere alcune "indistruttibili" barriere psicologiche, determinate dalla "paura di cambiare lavoro" che se protratta nel tempo può frenare la ricerca di uno spazio più consono per la propria crescita personale e professionale

Aziende e Professionisti: Contro

  • Aziende: molte organizzazioni subiranno passivamente il fenomeno e non resteranno al passo, delegando ad un futuro "non ben precisato" tematiche importanti quali il Benessere in Azienda, lo sviluppo professionale dei propri collaboratori e il miglioramento delle condizioni lavorative. Sul piano del Recruiting e Selezione del Personale, queste aziende si muoveranno ancora con indecisione, mantenendo alti i tempi tra il ricevimento di candidature interessanti e l'invito ad un colloquio, formulando generalmente offerte al ribasso.
  • Candidati e Professionisti: la spinta a lasciare la propria Azienda deve essere preparata e molto ponderata. Il motto "cambiare per cambiare" può non funzionare già nel breve periodo. Occorre definire un Piano personale per affrontare il cambiamento lavorativo nel migliore dei modi e un chiaro progetto che possa indicare le competenze che si possono offrire. Esistono infatti diversi strumenti per aiutare a definire la propria fotografia professionale ed aumentare in modo mirato la propria consapevolezza su tutte le Soft Skill ad alto impatto per il proprio Percorso di Carriera / Ruolo ricercato.

Suggerimenti per Candidati e Professionisti

Considera bene tutte le alternative: i 5 punti che devi conoscere

1. Lascia il tuo posto "a cuor leggero" solo se hai qualcos'altro in mano

Il mercato del lavoro, anche se presenta alcuni timidi segnali di ripresa per certe professioni, è ancora troppo instabile. Inoltre, anche dopo un "colloquio perfetto" può accadere che la stessa azienda ritorni sui suoi passi, dopo l'entusiasmo dell'incontro iniziale. Invitiamo pertanto il "lavoratore che vuole licenziarsi" a farlo nella maniera più attenta possibile, quindi con un accordo già in mano. Il nocciolo della questione interessa anche il lato contrattuale: lasciare un contratto indeterminato per uno determinato, non è una scelta da escludere a prescindere.

 

Tuttavia, in questo caso sarà necessario moltiplicare gli sforzi ed informarsi ancora di più sul futuro lavoro e sul profilo della nuova azienda per comprendere:

  1. Quali sono le condizioni che possono favorire una trasformazione di contratto, da Determinato ad Indeterminato.
  2. Stabilità dell'azienda, notizie recenti sull'andamento del Business.
  3. Finalità della posizione: parliamo di una posizione nuova o di una sostituzione? C'è un turnover continuo sulla posizione? In quest'ultimo caso è importante essere assertivi nelle fasi finali di un colloquio e provare a capire "che fine abbia fatto" la persona precedente. E' lecito chiedere allo staff HR dell'azienda che aspettative sono poste sul ruolo e in che misura ci si attende una prestazione diversa. Anche in questo caso essere candidati consapevoli permette di giocare di anticipo e comprendere se il ruolo si adatta alla propria Personalità lavorativa.

2. Dare il preavviso / dimissioni online

Per i lavoratori dipendenti è opportuno consultare il proprio CCNL di riferimento per comprendere al meglio le tempistiche ed organizzarsi al meglio con il proprio datore di lavoro. Successivamente, è bene informarsi con le pratiche di dimissioni online, facilmente reperibili sul web.

PS: non è così infrequente ricevere una nuova offerta salariale dal proprio datore dopo "aver battuto cassa". 

3. Essere candidati Proattivi

Essere candidati Proattivi significa compiere delle azioni concrete verso la ricerca di un ambiente lavorativo più vicino alle proprie esigenze, in termini di crescita e occupabilità. Sebbene sia molto utile crearsi una sorta di Piano Personale per raggiungere questo obiettivo, indichiamo alcune priorità. Per iniziare, puoi iniziare ad allenarti provando a rispondere a queste domande:

👉Come mai hai deciso di lasciare l'azienda (con le varianti: dopo così tanto/così poco tempo)? 👉Cosa cerchi in un'azienda? 👉Cosa puoi dare a quest'azienda? 👉Qual è il tuo valore aggiunto?

 

Aggiornare il proprio CV

Non limitarti ad aggiornare il CV all'ultimo istante! Se ti stai guardando in giro, inizia a ragionare sulle competenze che hai appreso e su quali caratteristiche personali puoi puntare!

E' deleterio aggiornare il proprio CV con delle frasi senza valore aggiunto un po' come se fosse una lista della spesa. Il tuo valore aggiunto deve passare per una stesura personalizzata dei risultati raggiunti e competenze apprese.

Prepararsi alle "Prove"

 Confrontarsi con Colloqui approfonditi e Test (Assessment) Online sarà un Mantra per molti candidati! A colloquio è necessario offrire elementi tangibili per argomentare sia le proprie competenze che le motivazioni inerenti alle dimissioni. Inoltre, considera che molte aziende ricorrono a dei Test Psicologici e di Personalità per fini selettivi. In questo senso, potrebbe essere di beneficio, esercitarsi su un Test Professionale per conoscere in profondità il proprio profilo lavorativo.

Informarsi sulle Aziende Target

Essere candidati attivi, significa anche informarsi ed aggiornarsi sulle proprie "Aziende Target". Ad oggi esistono molti strumenti che includono delle recensioni di ex dipendenti. Può essere utile, farsi una prima idea ricorrendo a LinkedIn (ad esempio per comprendere la composizione di un Ufficio o i Job Titles di un Dipartimento). E' possibile inoltre approfondire il profilo di un'azienda anche su Indeed, Glassdoor e Google.

4. ANCHE PER DIMETTERSI SONO IMPORTANTI LE SOFT SKILLS

I candidati e i professionisti intenzionati a cambiare lavoro e dare le proprie dimissioni dall'incarico attuale saranno chiamati ad una sfida molto importante anche sul piano psicologico, intesa come una messa alla prova delle proprie capacità di adattamento.

Ritrovarsi improvvisamente in un contesto nuovo, può esporre a sfide potenzialmente oltre alla propria zona di Confort. Per agevolare questo cambiamento è necessario essere estremamente preparati per il futuro, armati di sana consapevolezza su tutto ciò che ruota attorno alle proprie Motivazioni e al proprio bagaglio di Soft Skills, quindi sul proprio profilo professionale.

Alcune delle principali competenze che possono essere sollecitate in un nuovo impiego sono:

Area Skills: Relazionali
- Orientamento al Cliente
- Apertura comunicativa
- Comunicazione efficace
- Capacità negoziali
Area Skills: Gestione Personale
- Gestione dello Stress 
- Resilienza
- Abilità di Leadership
- Intelligenza Emotiva
- Fiducia nelle proprie abilità
Area Skills: Organizzative
- Capacità di Problem Solving
- Precisione e Affidabilità
- Gestione del Tempo (lavoro per obiettivi)

5. IN CONCLUSIONE

 

Lavorare alla propria proposizione di valore sul mercato, dovrebbe coinvolgere sempre la vita di un lavoratore/lavoratrice , non solo nel momento in cui si decide di lasciare un'azienda o un progetto per cui si è lavorato tanto. 

 

 

Se questo tema ti è sembrato utile e vuoi affiancare al tuo nuovo progetto una visione in profondità sul tuo profilo di competenze ed affrontare il mercato del lavoro con una marcia in più, contattaci sul Form per richiedere il servizio di Consulenza di Carriera!

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